I MIEI ARTICOLI E QUELLI DEI MIEI AMICI

Vi siete mai chiesti perché alle zebre, oppure alle giraffe o ai babbuini non viene l'ulcera, ma nemmeno la depressione, il reflusso, il diabete e altre malattie croniche, mentre agli esseri umani sì? Non lo avete mai fatto? In realtà nemmeno io ci avevo mai pensato prima di leggere il libro “Perché alle zebre non viene l’ulcera?” di Robert M. Sapolsky. A mio parere illuminate.

È da quando siamo piccoli che qualcuno più grande o più potente ci mette in delle categorie, ci assegna punteggi, ci inserisce in colonne valutative. Numeri. Sembra che siano i numeri nel tempo a descriverci, a dire agli adulti autorevoli se contiamo oppure no.

Nonostante viviamo in una società improntata sul messaggio “vai bene se…”, spesso i giudici più severi di noi stessi siamo proprio noi. La ricerca della perfezione rischia di farci perdere di vista l’essenziale, la nostra autenticità. E se i limiti fossero una risorsa? Se io fossi un muro, mi immaginerei con delle crepe a rappresentare le mie fragilità: tra di esse filtra luce, a volte fungono da riparo a qualche animaletto… capita che nascano anche dei fiori!

Nonostante sia stata più volte definita come il linguaggio universale dei popoli, la matematica non è sempre percepita come molto comprensibile. È una delle principali materie scolastiche, una delle prime che incontriamo fin dai primi giorni di scuola e una delle poche che continua a seguirci anche fuori dalla classe e dopo gli anni di studio.

Mi sono sempre piaciuti gli animali e fin da piccola sono stata portata istintivamente ad amarli. "Se dovessi scegliere un suono fondamentale per la pace, voterei per le fusa” dice in una sua frase B.D. Diamond ed io sono perfettamente d’accordo con lui. Ottaviano Augusto, Maometto, Petrarca, Leonardo Da Vinci, Newton, le sorelle Brontë, Churchill, Lincoln, J.F. Kennedy, Hemingway, Matisse, Picasso, Bukowski, Freddie Mercury e chissà quanti altri.

Sono sempre di più, purtroppo, gli episodi di cronaca che si riconducono al fenomeno del  bullismo. Parliamo di lesioni, soprusi, umiliazioni, minacce, che a volte si estendono anche al mondo degli adulti, quindi anche i professori vengono presi in giro, offesi, magari mentre la classe registra e poi pubblica il video delle umiliazioni sui social o nelle chat di classe.

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